Il codice della crisi di impresa e dell’insolvenza – indici di bilancio e procedure di allerta

Il codice della crisi di impresa attribuisce grandissima rilevanza agli indici di bilancio quali indicatori di crisi aziendale e ai fini dell’attivazione delle procedure di allerta. Al di la di quanto verrà elaborato dagli organi preposti, quali sono in base alla prassi gli indici da utilizzare e quali i valori considerati di riferimento?

L’art. 13 della riforma qualifica come indicatori di crisigli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta dal debitore, tenuto conto della data di costituzione e di inizio dell’attività, rilevabili attraverso appositi indici che diano evidenza della sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi e delle prospettive di continuità aziendale. A questi fini, sono indici significativi quelli che misurano la sostenibilità degli oneri dell’indebitamento con i flussi di cassa che l’impresa è in grado di generare e l’adeguatezza dei mezzi propri rispetto a quelli di terzi e ritardi nei pagamenti reiterati e significativi, anche sulla base di quanto previsto nell’articolo 24 che garantisce le misure premiali solo in caso di tempestività dell’iniziativa del debitore volta a prevenire l’aggravarsi della situazione di crisi.

La crisi d’azienda può essere il risultato di molti fattori, interni ed esterni specifici per ogni azienda, e può essere sostanzialmente ricondotta a due principali categorie:

  • crisi economica;
  • crisi finanziaria patrimoniale.

La crisi economica nasce dall’erosione della redditività aziendale e in particolare sorge dalla progressiva erosione dei margini reddituali (Mol, Ebitda, Ebit, …) che determinano perdite che erodono progressivamente il patrimonio netto.

La crisi finanziaria-patrimoniale può sorgere anche, ma non esclusivamente, nel caso in cui si appalesa la crisi economica. Infatti una società, pur presentando un equilibrio economico, potrebbe evidenziare una difficoltà finanziaria-patrimoniale sorta, anche o solamente, a seguito di alcune delle seguenti cause:

  • squilibrio della struttura delle fonti di finanziamento rispetto agli impieghi (investimenti);
  • sproporzione tra capitale proprio e mezzi di terzi;
  • eccessivo indebitamento rispetto alla capacità della società di generare flussi di cassa positivi (i flussi di cassa in uscita per il rimborso dei debiti risultano essere superiori ai flussi di cassa in entrata);
  • transazioni (commerciali o finanziarie) con parti correlate “anti-economiche” o finanziariamente non congrue.

Al fine di poter identificare e prevenire situazioni di crisi conclamata mediante l’analisi degli indici di bilancio, occorre utilizzare un processo di valutazione dell’andamento aziendale che non può prescindere da una sintesi dei dati aziendali mediante una loro opportuna riclassificazione.

Chiaro è che a questo tipo di analisi dovrà essere affiancata, e comunque non potrà mai sostituire, l’indagine di episodi specifici.

Il presente articolo si prefigge senza alcuna pretesa di completezza ed esaustività l’obiettivo di accendere un faro ed illustrare i principali indici di bilancio utili agli amministratori ed agli organi di controllo delle società  per identificare tempestivamente e prevenire, situazione crisi aziendale.

In particolare vengono identificati e illustrati “due livelli di indici”: un primo livello (‘indici primari’) nel quale vengono illustrati gli indici ritenuti utili al fine di poter mettere in luce eventuali situazioni di crisi aziendale, ed un secondo livello (definiti indici di “approfondimento”) utile a comprendere le possibili ragioni sottese ai risultati ottenuti dai primi indici.

L’analisi per indici deve essere effettuata su un arco temporale di più anni (almeno gli ultimi tre esercizi antecedenti la data del fallimento) e, se possibile, con un raffronto dei valori del settore di riferimento(in particolare con società appartenenti allo stesso settore e aventi caratteristiche dimensionali simili alla società oggetto di verifica).

Infatti l’analisi per indici è un’attività complessa volta a confrontare i dati di bilancio fra loro correlati al fine di ottenere indici che forniscono utili informazioni relative a vari aspetti della gestione. Tale attivitàpartendo da una comparazione nello spazio (con più aziende dello stesso settore aventi dimensioni simili alla società oggetto di analisi) e/o nel tempo (comparazione di più anni) permette di ottenere informazioni utili identificare tempestivamente (attivando per tempo le procedure di allerta) ma soprattutto a prevenire situazioni di crisi.

Nella prassi e nella dottrina vengono costruiti e illustrati numerosi indici di analisi di bilancio, tuttavia pare utile ricordare chela significatività delle informazioni non dipende dal loro numero quanto dalla capacità di identificare le voci e le relazioni veramente significativetra le poste del bilancio.

E’ necessario ricordare che la dottrina non è ancora riuscita a identificare una formula di ampia applicazione che permetta di identificare con ragionevole certezza il rischio d’insolvenzadi un’azienda partendo dalle voci bilancio in quanto, a oggi, una simile analisi richiede una capacità di giudizio non sintetizzabile in formule matematiche.

Tuttavia l’esperienza pratica ha dimostrato che molto spesso lo squilibrio tra alcune poste di bilancio è una caratteristica ricorrente di società in difficoltà o in stato di pre-insolvenza.

Da ultimo si evidenzia che, nel caso in cui la società rediga il bilancio consolidato, sarà opportuno considerare anche i dati del bilancio consolidato; se invece la società oggetto di indagine non ha obblighi civilistici di redazione del bilancio consolidato, si dovrà tenere in debita considerazione il valore attribuito alla voce “partecipazioni” nel bilancio d’esercizio e analizzare la sua sostenibilità.

Nel prosieguo verrà posta attenzione sui seguenti principali indici da utilizzare:

  • indici di struttura patrimoniale-finanziaria;
  • indici gestionali di rotazione;
  • indici di redditività.

In particolare, per ciascun “set” di indicatori verranno riportati degli indici primari (utili per portar alla luce eventuali “segnali di allarme” in merito all’insorgenza della crisi aziendale) e, a seguire, degli ulteriori indici di approfondimento(utili per comprendere le motivazioni sottese ai risultati ottenuti dai primi indicatori). Per i primi indici indicheremo anche quelli che sono considerati i valori di riferimento

Dunque, schematizzando, il percorso logico proposto è il seguente:

Al fine di poter effettuare questa analisi, indispensabile anche per calcolare gli indici di seguito descritti, è opportuno effettuare delle opportune riclassificazioni dei dati di bilancio, ed in particolare:

  • gli impieghi (le attività) devono essere ordinati secondo un criterio di liquidità decrescente (ovvero partendo dagli impieghi che possono essere trasformati in liquidità in un periodo di tempo inferiore ai 12 mesi -attivo corrente-,­ sino ad arrivare agli impieghi durevoli –attivo immobilizzato)
  • le fonti in funzione della loro esigibilità (dalle passività correnti o a breve sino ad arrivare alle passività a medio/lungo o consolidate).
INDICI DI STRUTTURA PATRIMONIALE

Per struttura patrimoniale si intende la struttura degli impieghi e delle fonti; una società per operare deve dotarsi di adeguate e idonee fonti di finanziamento per coprire il fabbisogno finanziario generato dagli impieghi (investimenti) necessari per la gestione, nonché lo sviluppo, dell’attività societaria.

Indici primari

  • Rapporto di indebitamento

Questo indice mette in luce il grado di solidità patrimoniale dell’azienda in termini di rapporto tra il patrimonio netto e il totale dell’attivo dello stato patrimoniale.


I valori di riferimento su cui costruire il proprio giudizio sono diversi a seconda del settore in cui l’azienda opera, di seguito si riportano (in termini percentuali) alcuni valori di riferimento:
  • Indice di liquidità

L’indice di liquidità è determinato dalla seguente formula:

La situazione di equilibrio tra fonti e impieghi si ottiene quando l’attivo corrente è quantomeno uguale alle passività correnti.

Con l’utilizzo dei due indici di struttura patrimoniale-finanziaria, soprariportati, l’amministratore o l’organo di controllo si sono potuti rendere conto se la società presenta delle significative criticità nell’equilibrio tra impieghi e fonti. Tuttavia, per poter comprendere i motivi di eventuali criticità della struttura finanziaria è utile calcolare anche gli indici esposti nel seguito.

Indici di approfondimento

L’esperienza ha evidenziato che la maggior parte dei dissesti presentano delle criticità originate da livelli critici dei seguenti indicatori.

  • Indice di copertura delle immobilizzazioni immateriali

L’indice evidenzia la capacità del patrimonio netto di finanziare almeno le immobilizzazioni immateriali e viene calcolato come segue:

Politiche contabili “aggressive” sulla capitalizzazione dei costi possono riuscire a non evidenziare perdite e conseguenti riduzioni del patrimonio, ma spesso portano la società verso una “spirale negativa” che determina una “esplosione” delle immobilizzazioni immateriali che richiede a sua volta sempre maggiori ammortamenti, i quali deprimono il risultato economico e inducono a capitalizzare ulteriori costi.

A tal proposito è utile continuare nell’approfondimento delle analisi andando a esaminare ancor più nel dettaglio l’incidenza di una parte delle immobilizzazioni immateriali (ovvero l’avviamento e gli oneri immateriali) sul Patrimonio netto.

  • Indice di liquidità immediata

L’indice di liquidità immediata è un affinamento dell’indice di liquidità calcolato nel precedente paragrafo. La formula di calcolo è la seguente:


  • Banche passive a breve/attivo corrente

Questo indice è un approfondimento dell’indice di liquiditàprecedentemente illustrato; in particolare nel caso in cui l’indice di liquidità risulta inferiore all’unità (e quindi l’attivo corrente risulta essere inferiore del passivo corrente) e la società risulta essere molto esposta verso gli istituti di credito, è importante capire se, quantomeno, la società riesce a coprire l’esposizione a breve verso gli istituti con i propri investimenti a breve termine.

Infatti, l’indice in parola, calcolato con la seguente formula

è un indicatore di struttura che mette in luce il grado di copertura dell’attivo corrente con fonti di finanziamento bancario a breve termine. La finalità di questo indice è verificare che gli investimenti a pronto rigiro (attivo corrente) vengano finanziati in modo equilibrato attraverso capitali di pari durata.

  1. Indici di rotazione

In questo paragrafo vengono analizzati e correlati fra loro gli indici gestionali di rotazione ed in particolare:

  1. tempo medio di incasso;
  2. tempo medio di pagamento;
  3. tempo medio di rotazione del magazzino.
  • Tempo medio di incasso

Il tempo medio di incasso viene calcolato seguendo la seguente formula:

  • Tempo medio di pagamento

Il tempo medio di pagamento viene calcolato seguendo la seguente formula:

Per entrambi gli indici precedenti, in sintesi:

  • Tempo medio di rotazione del magazzino

Il tempo medio di rotazione del magazzino viene calcolato seguendo la seguente formula:

Questo indice esprime il tempo medio di permanenza delle scorte in magazzino prima di essere vendute. Tale indicatore è molto influenzato dalle caratteristiche insite nel settore in cui la società opera e dal ciclo commerciale che il settore di riferimento potrebbe “imporre”.

Considerando i valori di riferimento precedentemente indicati per i tempi medi di pagamento, gli intervalli di valutazione di questo indice potrebbero essere considerati i seguenti:

  1. Indici di redditività

Una volta riclassificato il conto economico è possibile procedere con il calcolo e l’analisi degli indici di redditività al fine di ottenere indicazioni sulle performance economiche dell’azienda. I quozienti principali che verranno analizzati sono:

  • ROE
  • Incidenza dei ricavi
  • Incidenza della gestione straordinaria
  • ROI
  • ROS
  • Reddito operativo lordo/Ricavi
  • Oneri finanziari/Valore della produzione

Indici primari

  • ROE

La redditività del capitale proprio è calcolata secondo la seguente formula:

Poiché il valore al numeratore comprende i risultati realizzati sulle diverse aree della gestione, l’indice può essere considerato riassuntivo della economicità complessiva della società: cioè dell’efficienza e dell’efficacia con cui è stato condotto l’intero processo gestionale.

 

  • Incidenza dei ricavi

Il seguente rapporto

consente di evidenziare la capacità dei ricavi caratteristici d’esercizio di coprire in modo adeguato la gestione caratteristica ed extracaratteristica dell’azienda; di seguito si riportano gli intervalli di valore ottenibili dal rapporto (in termini percentuali) indicando per ciascuno di essi il relativo significato.

  • Incidenza della gestione straordinaria

L’indice mostra quanto del risultato d’esercizio è derivante dalla gestione straordinaria ed è rappresentato dalla seguente formula:


Gli intervalli di valutazione di questo indice potrebbero essere considerati i seguenti:

 

Indici di approfondimento

  • ROI

La redditività del capitale investito nella gestione è calcolata seguendo la seguente formula:

  • ROS

L’indice di redditività delle vendite viene calcolato mediante la seguente formula:


  • Reddito Operativo Lordo/Ricavi

L’indice è calcolato sulla base della seguente formula:

Un intervallo di valori, suddiviso per settore di appartenenza, potrebbe essere considerato il seguente:

  • Oneri finanziari/Valore della produzione

L’indice calcolato sulla base della seguente formula:


Conclusioni

A questo punto disponiamo di tutta una serie di indicatori che ci permettono di costruire un cruscotto di controllo che, confrontando i valori nel tempo (si ritiene ottimale confrontare fra loro tre consuntivi ed un budget) e nello spazio(raffronto con gli indici relativi ai bilanci dei principali concorrenti) permette all’amministratore ed all’organo di controllo un corretto e continuo monitoraggio della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della proprio impresa

Come illustrato nella premessa, quanto esposto in questo documento non ha certo la pretesa di voler essere esaustivo e completo in quanto, per dovere di sintesi e chiarezza vengono tralasciati alcuni aspetti comunque significativi (principi contabili adottati, scelte contabili, settori specifrici).

Si consideri inoltre che nel tempo, soprattutto nel corso dell’attuale contesto economico, l’utilizzo delle tecniche di contabilizzazione si è via via modificato, caratterizzandosi sempre più per un elevato contenuto di soggettività e contribuendo al nascere di un fenomeno di progressivo scostamento tra i valori formali (indicati nel bilancio) e quelli sostanziali.

 In questo contesto, cercare di elaborare uno strumento “standard” utilizzabile in qualunque circostanza appare quantomeno utopico e comunque un uso totalmente acritico dello strumento proposto risulterebbe controproducente rispetto alle finalità che si pone. Da qui l’importanza di una corretta ‘lettura’ dell’azienda e del settore di appartenenze,  cruciali per imprenditore ed organo di controllo.