La Comunità Europea, i fondi per le PMI e il ruolo del dottore commercialista: stiamo facendo abbastanza?

La rappresentanza regionale in Italia della Commissione Europea ha siglato una serie di accordi con diversi player per diffondere e far conoscere il piano Junker e gli altri strumenti messi a disposizione della Commissione Europea. Oltre a questo ha organizzato una serie di visite presso gli uffici della Commissione Europea a Bruxelles invitando a partecipare delegazioni di professionisti (dottori commercialisti, avvocati etc.) che considera fondamentale motore per diffondere la cultura e la conoscenza degli strumenti a disposizione delle PMI.

 Confindustria e Bei hanno siglato «un accordo quadro di collaborazione per sostenere i piani di finanziamento delle imprese italiane di ogni dimensione, grazie alla diffusione di strumenti offerti da Bei, con un focus su piano Juncker e InnovFin»  con l’obiettivo di mettere a regime un’informazione alle imprese sulle possibilità offerte dalla Bei per individuare gli strumenti adatti a una politica di investimenti e di credito in una logica proattiva e avvicinare la Bei al mondo delle imprese e i flussi di liquidità alla economia reale.

Le associazioni di categoria che rappresentano il mondo imprenditoriale sono convinte che l’Ue rappresenti un’opportunità di sviluppo per i piccoli imprenditori italiani e sono impegnate a garantire la rappresentanza degli interessi delle imprese associate nelle diverse sedi istituzionali ma anche a fornire informazioni e supporto per progetti, bandi, fondi, finanziamenti per avviare un’azienda.

Le stesse camere di  commercio attraverso le proprie aziende speciali si propongono come un partner affidabile che da oltre 25 anni offre servizi personalizzati per le aziende che operano con l’estero. Lavorano a fianco delle imprese per supportarle e assisterle in tutto il processo di internazionalizzazione, dalla scelta del mercato fino all’accordo commerciale. 

E questi sono solo alcuni esempi.

Il dottore commercialista può vantare un contatto costante, quasi quotidiano con l’imprenditore e potrebbe giocare un ruolo importantissimo in questa partita.

E’ necessario formarsi e ‘studiare’, il mondo UE è interessantissimo ma anche estremamente complesso. Le imprese (i clienti dei professionisti) avranno sempre più un approccio ‘internazionale’ e la progettazione ‘eurofinanziata’ è uno strumento formidabile per muoversi in ambito transnazionale, per non parlare poi dei bandi europei per forniture alle amministrazioni comunitarie, degli investimenti che le imprese possono fare nei paesi africani garantiti dalla UE cheha promosso il Piano Europeo per gli Investimenti Esterni -PIE-  per stimolare gli investimenti privati con strumenti di garanzia, contro-garanzia  e blending. L’obiettivo è promuovere progetti d’investimento che le banche tradizionali non finanzierebbero per l’elevato grado di rischio.

Quali sono gli ambiti di applicazione per il dottore commercialista e per il revisore?  Sono molteplici e vanno dall’attività più squisitamente consulenziale e di accompagnamento per i propri clienti che vogliono affacciarsi al mondo della finanza agevolata, all’assistenza nell’attività di rendicontazione oltre alla necessaria (in alcuni casi) attività di ‘certificazione’ delle spese sostenute.

Ma vediamo più in dettaglio le diverse tipologie di attività:

  • Assistere il proprio cliente al fine di favorire l’accesso di quest’ultimo agli strumenti messi a disposizione dalla commissione europea – Consulenza finanziaria ed Europrogettazione;
    1. Identificazione tempestiva e mirata dei Programmi EU: interventi a dono e strumenti finanziari 
    2. Mappatura dei punti di forza e di debolezza delle capacità progettuale del cliente
    3. Assistenza per la ricerca partner
    4. Attivitàdi formazione
    5. Assistenza alla redazione progettuale

La progettazione vincente è quella che inizia con il necessario anticipo, rispetto alla pubblicazione del bando. Anticipare permette d’organizzare il lavoro e concentrarsi sui bandi d’interesse. Il consulente deve offrire un’analisi critica dei Programmi di lavoro pubblicati, e l’identificazione delle call pertinenti per il cliente. Inoltre, vista la riduzione degli strumenti a dono e l’aumento degli strumenti finanziari, il consulente identifica anche il giusto equilibrio tra i due strumenti.

Ogni organizzazione ha una storia di successi e insuccessi legati ai progetti. Un progetto perso deve valere come una “bussola” per identificare  le aree di miglioramento per i progetti successivi

  • Fornire ad imprese ed enti assistenza nell’attività di rendicontazionee controllo dei finanziamenti ricevuti – Rendicontazione (consulenza amministrativa) e controlli (audit);
    1. Analisi procedurale e supporto alla rendicontazione– assistere il beneficiario di fondi europei nella costruzione di un sistema di procedure atte a generare rendiconti idonei e coerenti con la normativa
    2. Attività di revisione– moltissimi (quasi tutti) programmi di finanziamento prevedono l’obbligo di ’certificazione’ dei rendiconti trasmessi dal beneficiario al finanziatore. Tali certificazioni possono essere effettuate solo da iscritti al registro dei revisori.

La nostra esperienza ci ha mostrato l’importanza di una manuale di procedure pratico, costantemente aggiornato, che contenga  le regole per l’ammissibilità, l’imputazione e la rendicontazione delle spese sostenute per la realizzazione delle proposte progettuali ammesse a finanziamento.

La documentazione amministrativa e contabile relativa alle spese sostenute, correttamente organizzata, deve essere tenuta a disposizione, per i controlli che potranno essere disposti da organi comunitari, nazionali, regionali. E qui è importantissima la figura del consulente che accompagna il beneficiario ad una attenta e consapevole gestione dei flussi documentali di progetto.

Vi è poi tutta l’attività tipica del revisore di primo livello ossia dell’attività di certificazione e controllo dei finanziamenti pubblici qualora il contratto di finanziamento preveda obbligatoriamente questo tipo di controlli.

Va da se che anche in questo caso è necessario ‘studiare’ le regole finanziarie dei progetti ed essere indipendenti rispetto al soggetto verificato.

  • Ma qualora il professionista non si voglia direttamente occuparedi questa tematica è necessario essere Informati per informare il cliente ed essere comunque di supporto per i clienti indirizzandoli consapevolmente verso chi li può aiutare (rete);
    1. Informazione di base sui principali strumenti ed opportunità offerte dalla commissione europea;
    2. Creazione di una rete di professionisti che in front office o back office forniscano professionalmente le attività richieste ai propri clienti; 

Vi è poi un’altra partita che deve essere giocata, ed è quella dei finanziamenti a favore dei professionisti.

  • La Raccomandazione della CE al Consiglio e al Parlamento del 6 maggio 2003 n.361 assimila le libere professioni alle imprese.
  • L’Italia accoglie dopo 13 anni la Raccomandazione della CE con la Legge di stabilità 2016 art. 1, comma 821: i Programmi Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) si estendono anche ai liberi professionisti. Le regioni – stazioni appaltanti di questi fondi – si muovono in ordine sparso. Toscana, Emilia Romagna, Sardegna lanciano dei bandi aperti ai professionisti. Le altre regioni sono sostanzialmente ferme.

La posta in gioco è alta. La Commissione Ue è disposta a mettere sul tavolo 38,5 miliardi per l’Italia, tra fondi Fesr e Fse, a cui potranno accedere anche i liberi professionisti (ordinistici e non). Una platea numerosa se si pensa che in Europa, secondo gli ultimi dati disponibili, i lavoratori autonomi sono circa 30,6 milioni di persone.